Neuro docet di Alexander Pope "Benedetto l'uomo che non si aspetta nulla, perché non resterà mai deluso."

Alexander Pope, poeta satirico e didattico, mondano e moralista

Tra i maggiori poeti del XVIII sec e primo a guadagnarsi da vivere…
 

Benedetto l’uomo che non si aspetta nulla,
perché non resterà mai deluso
.

Alexander Pope

Alexander Pope, poeta satirico e didattico, mondano e moralista, uno dei maggiori del XVIII sec

Alexander Pope nasce a Londra in una famiglia cattolica nel 1688, nell’anno della Gloriosa Rivoluzione, quando i cattolici sono esclusi dalla città. All’epoca Londra vive crescenti sentimenti anticattolici negli anni 1670 e, a partire dal 1678, Carlo II emette una serie di editti per impedire ai cattolici che non erano capofamiglia o commercianti di trovarsi a dieci miglia da Londra.
All’età di dodici anni Pope contrae una malattia tubercolare della colonna vertebrale che ne compromette la crescita e la salute. Forse a causa, o grazie a ciò, Pope diviene il primo poeta a guadagnarsi da vivere scrivendo.

Opere

In gran parte autodidatta, mostra precoce abilità metrica già da adolescente, mentre il suo “Essay on criticism” (1711) lo porta all’attenzione del circolo influente attorno ad Addison. È amico dell’anziano drammaturgo William Wycherley, che lo introduce nella vita londinese e poi diviene membro del Scriblerus Club cui appartengono anche Swift, Gay e Arbuthnot.
“The Rape of the Lock” mostra il poeta nella sua versione più allegra: pubblicato nel 1712, prende in giro l’allora noto scandalo di Lord Petre che taglia una ciocca dei capelli di Miss Arabella. Nella solennità di distici eroici, Pope affascina e sminuisce i partecipanti, deridendo le loro pretensioni ma anche celebrandoli. Pur non avendo mai conosciuto Arabella Fermor, e probabilmente non avendola mai vista, il poema brilla di affetto e attrazione erotica.
Nel 1725 “The Dunciad”, la prima grande satira del poeta dopo “The Rape of the Lock”, attacca l’ottusità, la pedanteria e l’abuso dell’intelletto. Anch’esso prende una finta forma eroica, ma è più cupo, più arrabbiato e talvolta quasi disperato. La figura centrale è Theobald (nelle versioni successive sostituita da Cibber) che aveva attirato le censure del critico alla sua versione di Shakespeare. La vanità ferita fa la sua parte, ma il poema è intriso di energia comica e di un senso di rovescio di come potrebbe essere il mondo della letteratura. È un capolavoro che però porta a Pope l’inimicizia dei suoi obiettivi, cosa che lo perseguita per il resto della sua vita.
Un comico sermone contro la corruzione della ricchezza, la “Lettera a Lord Bathurst” viene pubblicata nel 1733.
Il ritratto di Buckingham “Il signore delle migliaia inutili” è contro il rispetto che Pope prova per Bathurst stesso.
“Addio a Londra” mostra un Pope molto più malizioso, dando uno scorcio di vita in città.

Nel 1718 il poeta si trasferisce con la madre a Twickenham, dove trascorre molto tempo nel suo giardino e nella sua grotta e lì vi rimane fino alla sua morte nel 1744

Per approfondimenti: www.poets.org

 

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