Ricorre oggi l’anniversario di nascita di uno dei più importanti poeti del Novecento italiano: Giorgio Caproni

L’anniversario di nascita di uno dei più importanti poeti del Novecento italiano: Giorgio Caproni

La sua è una poesia della terra…
 

Tagliando corto:
da sempre me ne sono accorto.
La ragione è sempre
dalla parte del torto

Giorgio Caproni

Ricorre oggi l’anniversario di nascita di uno dei più importanti poeti del Novecento italiano: Giorgio Caproni

Nasce il 7 gennaio 1912 a Livorno il poeta italiano le cui opere sono riportate ampiamente nella raccolta del 1983 “Tutte le poesie”. Poeta italiano, critico letterario e traduttore, soprattutto dal francese, Giorgio Caproni cresce a Livorno e a Genova, per poi stabilirsi a Roma nel 1939, dove insegna anche in scuola elementare. La sua costante poetica viene brevemente interrotta dal suo servizio durante la Seconda Guerra Mondiale. Diviene anche attivo nella Resistenza in Val Trebbia sull’appennino ligure, un’esperienza registrata in “Giorni aperti” (1942). I suoi primi tre volumi di versi “Come un’allegoria” (1936), “Ballo a Fontanigorda” (1938), e Finzioni (1942) – contengono poesie giovanili e naturalistiche.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Caproni pubblica “Il passaggio di Enea” (1956), uno sguardo esistenziale sugli effetti della guerra, che contiene anche “Stanze della funicolare”, che era stato originariamente pubblicato nel 1952. Il suo stile mostra maturità in “Il seme del piangere” (1959), un nostalgico volume di versi su sua madre. Primo tra i suoi ultimi volumi di poesia, tra i più obliqui e disperati, sono “Il congedo del viaggiatore cerimonioso” (1965), “Il muro della terra” (1975), “Il franco cacciatore” (1982), e la pubblicazione postuma “Res amissa” (1991).

Il suo sviluppo poetico, come quello di altri poeti italiani della metà del secolo (per esempio, Luzi, Sereni e Bertolucci) può essere rintracciato in termini di reazioni a individui e movimenti; la sua poetica, inizialmente pre-ermetica, guardando indietro a Carducci e prendendo a prestito da Saba e Betocchi, alla fine si sentiva in debito con l’ermetismo e legato in particolare alla melodiosità impressionistica di Gatta.

Ma dopo che le sue influenze e reazioni sono state spiegate, scopriamo in Giorgio Caproni una voce singolare e una poesia distintiva, le cui apparizioni possono ingannare. Come quella di Montale, la sua è una poesia della terra – in particolare il suolo e le rocce, così come la luce e l’aria della Liguria – che è anche ironica, aridamente intellettuale e metafisica.

In cover: Giorgio Caproni. L’immagine è stata adattata, la foto originale è qui ed è © di Dino Ignani

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