Pratiche di integrazione mente-corpo: il benessere psicofisico – Parte II

Pratiche di integrazione mente-corpo: il benessere psicofisico – Parte 2°

Il corpo è una rete di informazioni emozionali. Ogni stato d’animo viene fedelmente riflesso da uno stato fisiologico messo in moto dal sistema immunitario. L’intero corpo ‘pensa’, ogni cellula…
 

Pratiche di integrazione mente e corpo: il benessere psicofisico
Parte II

Il corpo è una rete di informazioni emozionali. Ogni stato d’animo viene fedelmente riflesso da uno stato fisiologico messo in moto dal sistema immunitario. L’intero corpo ‘pensa’, ogni cellula, ogni parte del corpo ‘sente’ e prova emozioni, elaborando informazioni psicofisiche che trasmette ovunque attraverso una fittissima rete di comunicazione.

Ogni molecola del corpo è carica di emozioni

Ogni molecola del corpo è carica di emozioni, ha affermato nei suoi studi la neurofisiologa Candace Pert (2000) che vede l’uomo come un network psicosomatico dove non vi è distinzione alcuna tra corpo, mente e coscienza. I neuropeptidi, ad esempio, attivi in ogni cellula del sistema nervoso, del sistema immunitario, nel sangue e nell’intestino, sono mediatori sia delle informazioni sia delle emozioni. Secondo la Pert, quindi, i neuropeptidi andrebbero considerati come molecole psichiche perché, oltre a trasmettere informazioni metaboliche e ormonali, sono mediatori e segnali di emozioni psicofisiche, mentre le endorfine sarebbero i principali mediatori di esperienze profonde come bellezza, conoscenza e spiritualità, e inoltre, regolerebbero l’umore, il senso di piacere, la felicità. Il comportamento emozionale e la risonanza psichica emozionale sarebbero dovuti alla presenza delle endorfine nel sistema limbico. D’altra parte è noto che le emozioni positive mantengono in salute e danno benessere, mentre quelle negative, innescando il processo di emissione di norepinefrina, un neurotrasmettitore biochimico noto come soppressore delle funzioni immunitarie, favoriscono malessere e malattia, malumore e disagio (Bottaccioli, 2005).

Gli altri “cervelli” del corpo

Oltre al cervello propriamente detto, l’essere umano possiede un cervello enterico o della pancia (il plesso solare) e un cervello liquido immunitario posto dentro al sistema nervoso e cardiocircolatorio. Cervello enterico e cervello liquido immunitario possono modulare lo stato emozionale delle persone agendo sull’intero organismo o direttamente sul sistema limbico-ipotalamico, generatore di sentimenti, emozioni, piacere-dispiacere.

Mindfulness

Per realizzare la coscienza di Sé, la meditazione vipassana o mindfulness pone la consapevolezza sul processo ipotalamico del respiro chiedendo al praticante di lasciarsi andare all’aria che entra ed esce dal naso oppure alla respirazione diaframmatica. In tal modo questi non modificherà nulla del normale e automatico ciclo fisiologico ma creerà un processo di consapevolezza dell’intero corpo che respira. Qualcosa di simile avviene anche nella tradizione taoista e buddista, dove la coscienza superiore ‘illumina’ i processi dell’oscurità dell’inconscio (Pensa & Papachristou, 2012; Thich Nhat Hanh, 1975).

L’area limbica

Molti neurofisiologi oramai sono convinti che l’area limbica, dove si trovano tra gli altri l’amigdala, l’ipotalamo e il talamo, sia la sede centrale della coscienza più profonda. Ipotalamo e talamo, infatti, sono deputati alla gestione dei bisogni fisiologici primari e alla gestione delle emozioni e della memoria. In essi si trova la maggior concentrazione e varietà di neuropeptidi e ormoni, mediatori appunto delle funzioni fisiologiche ed emozionali (Alberto Oliverio, 2009). Le nuove forme di malessere (addiction, acting out, comorbidità psicosomatica e altre ancora) sono accomunate dal dolore che ‘non ha parola’ ma che trova nel corpo il principale veicolo di espressione. Gli esseri umani sembrano trovare una maggiore difficoltà a rendere consapevoli e a verbalizzare le sensazioni che provano (emozioni, stati fisiologici).

Lavorare sul e col corpo

Quando il malessere sfugge a forme di rappresentazione verbale perché derivante da un corpo dis-regolato in cui sensazioni ed emozioni prendono il sopravvento creando stati di iper o ipoarousal non regolabili e controllabili dai processi cognitivi, non si può prescindere dal lavoro sul e col corpo. Anche il corpo dà voce ai vissuti interiori. Gesti articolatori poco o male controllati, non possono e non debbono essere tralasciati. Così come avviene in meditazione, anche nel counseling biosistemico, ad esempio, si invita il cliente a una postura eretta, dove possa abbandonarsi al respiro. Gli si suggerisce di alzare lentamente verso l’alto le braccia, quasi fossero due pesi enormi, cercando interiormente quella sensazione emozionale che prende vita proprio da quel gesto e, sdoppiandosi, veder vivere l’azione che si sta compiendo. In fine, l’abbraccio liberatorio e di conforto provocherà lo scarico emotivo: l’azione si scioglie nel pianto o nel sorriso (Giommi & Cristofori, 2009). Succede così che, a volte, entrare in contatto con la dimensione corporea permette di bypassare o aggirare le difficoltà e le resistenze dell’espressione verbale. Da non sottovalutare il fatto che il disturbo ansioso, per fare un esempio, si presenta in due forme: cognitiva, sotto forma di pensieri preoccupanti e preoccupati, e somatica con i classici sintomi quali la sudorazione, l’aumento della frequenza cardiaca, la tensione muscolare. Attenzione però, quando l’intervento esclusivamente verbale risulta essere insufficiente, nell’introdurre tecniche psicocorporee si deve essere prudenti e rispettare i vissuti psicologici e la storia del cliente.

Alessandro Bigarelli

 

BIBLIOGRAFIA

    • Bottaccioli, F. (2005). I fondamenti scientifici delle relazioni mente-corpo. Le basi razionali della medicina integrata (2° ed.). RED edizioni (hoepli.it; libraccio.it).
    • Giommi, E.R., Cristofori, S. (2009). Il benessere nelle emozioni. Manuale di counseling biosistemico. Molfetta (BA): Edizioni La meridiana.
    • Rossi, O. (2009). Lo sguardo e l’azione. Roma: Edizioni Universitarie Romane.
    • Pensa, C., Papachristou, N. (2012). Dare il cuore a ciò che conta. Il Buddha e la meditazione di consapevolezza. Milano: Mondadori.
    • Pert, C. (2000). Molecole di emozioni. Perché sentiamo quel che sentiamo? Milano: Tea Libri.
    • Thich Nhat Hanh (1975). Il miracolo della presenza mentale. Milano: Feltrinelli.

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