Dalla metafora concettuale alla metafora multimodale: PENSARE METAFORICAMENTE… articolo di Carmen Cini

Dalla metafora concettuale alla metafora multimodale: PENSARE METAFORICAMENTE…

Una metafora visiva è un’immagine che lo spettatore deve comprendere come simbolo di qualcos’altro. Le metafore visive possono essere…
 

Dalla metafora concettuale alla metafora multimodale: PENSARE METAFORICAMENTE…

Una metafora visiva è un’immagine che lo spettatore deve comprendere come simbolo di qualcos’altro. Le metafore visive possono essere ovvie, sottili, divertenti o spaventose, ma formano un nesso di immagini che gli artisti hanno usato nel corso dei secoli per aiutare a comunicare informazioni senza parole. Non a caso, nella storia dell’arte, la metafora visiva è regina. Attraverso la loro capacità di concettualizzare un dominio mentale in termini di un altro, sostiene George Lakoff (1992), le metafore funzionano come elementi essenziali di persuasione. Le metafore visive possono essere caratterizzate da un’argomentazione implicita che porta ad una maggiore elaborazione cognitiva e, grazie a queste proprietà, le metafore visive risultano più persuasive delle loro controparti verbali. I messaggi che contengono metafore visive risultano pertanto più persuasivi dei messaggi che non ne contengono, perché incoraggiano l’elaborazione in quanto devianti dalle aspettative. Da un punto di vista cognitivo, il processo mediante il quale viene decodificato un messaggio metaforico è infatti più complesso di quello di interpretare un messaggio letterale, poiché evoca un insieme di associazioni semantiche più complesse nella memoria dell’osservatore. Infine, sappiamo che il ragionamento metaforico richiede una maggiore elaborazione e preparazione cognitiva rispetto al ragionamento letterale, a causa del maggior numero di concetti semantici mobilitati. Ad esempio, secondo Nichols (2001)

“il valore di figure retoriche come metafora e metonimia è proprio quello di offrire un’immagine più vivida e avvincente di qualcosa, indipendentemente dal fatto che questa immagine corrisponda a una verità più ampia o meno”.

 

Il ruolo delle immagini nel rappresentare il mondo e le diverse idee e pensieri al riguardo è significativo quanto quello del linguaggio.

Pertanto, possiamo dire che le immagini hanno un valore semantico e che sono in grado di diffondere discorsi. Tutte le immagini, in quanto metafore visive, hanno due livelli di significato, vale a dire il denotativo (significato descrittivo) e il connotativo (a seconda del contesto culturale e storico), secondo Roland Barthes (1961). Alcuni studiosi come Phillips e McQuarrie (2004) hanno cercato di definire cosa sia una metafora visiva, ma esiste un notevole disaccordo non solo riguardo al concetto ma anche all’applicabilità del termine, dato che “metafora” è stata storicamente studiata come figura retorica verbale.

 

Una metafora visiva è un'immagine che lo spettatore deve comprendere come simbolo di qualcos'altro.
una metafora visiva…

Sebbene riconosciamo che la costruzione del significato nelle metafore visive comporta differenze più rilevanti rispetto allo stesso processo nelle metafore verbali, adotteremo lo sfondo teorico della teoria della metafora cognitiva, che sostiene che la metafora è una proprietà del pensiero piuttosto che del linguaggio. I processi di pensiero umano sono in gran parte metaforici; pertanto, le metafore esistono in qualsiasi forma di comunicazione. Secondo Lakoff e Johnson (2003), i concetti metaforici sono “modi di strutturare parzialmente un’esperienza in termini di un’altra”. Le metafore hanno due parti: il dominio di origine e il dominio di destinazione. L’obiettivo, secondo Forceville (2008) riguarda l’argomento su cui è predicato qualcosa e la fonte riguarda la predicazione. La parola “parzialmente” nell’affermazione di Lakoff e Johnson è pertinente perché in ogni processo metaforico evidenziamo alcune caratteristiche del dominio di origine e disattiviamo altre caratteristiche che non si adattano alla costruzione di significato prevista.

Se le metafore sono proprietà del pensiero, le metafore visive sono rappresentazioni visive di pensieri metaforici.

La definizione può sembrare semplice, ma la concettualizzazione della metafora visiva è impegnativa, come mostrato da Elizabeth El Refaie (2003). La studiosa di metafore sottolinea due difficoltà principali: la prima riguarda il problema della pluralità di letture, poiché il significato non è ereditato in un testo o in un testo visivo, ma piuttosto deriva da negoziati tra istanze di produzione e ricezione.

“Di conseguenza, l’analista può sempre e solo indicare un potenziale significato o una lettura preferita e non può presumere che ciò corrisponda esattamente alle letture effettive di un testo”.

La seconda difficoltà è il problema di distinguere tra un pensiero letterale e un pensiero metaforico. L’autrice afferma che tale distinzione non può essere fatta riconoscendo una distanza obiettiva tra i due concetti che sono associati. Invece, si tratta di quanto convenzionale sia una connessione del genere nel nostro sistema concettuale. Un pensiero metaforico ampiamente condiviso dai membri di una comunità può essere accettato come il modo naturale di esprimere un’idea, cioè ciò che rende l’idea di allontanarsi dall’essere una metafora e avvicinarsi alla letteralità. Come hanno già sostenuto molti studiosi, la metaforicità è una questione di grado. Come osservato da Semino, Heywood e Short (2004): “Il confine tra letterale e metaforico è confuso piuttosto che netto”. Seguendo El Refaie, siamo più interessati al livello concettuale delle metafore visive che al livello formale. Le metafore visive possono assumere varie forme. Pertanto, concentrarsi esclusivamente su schemi formali basati su tecniche di fusione e giustapposizione, tra gli altri, sarebbe limitante. D’altra parte, la teoria della metafora concettuale offre una portata più ampia di quella che può essere considerata “semplicemente” una metafora visiva.

Carmen Cini

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