Una lente di ingrandimento mette in evidenza la parola "cognitivism"

AQUALUNG – Dalla musica alla scienza cognitiva (parte seconda)

A livello cognitivo, avere degli schemi fa parte del nostro processo di categorizzazione e costituiscono il nostro sistema concettuale ovvero l’insieme dei concetti che si sono…
 

Aqualung – Dalla musica alla scienza cognitiva (parte seconda)

Vedi la prima parte dell’articolo

A livello cognitivo, avere degli schemi fa parte del nostro processo di categorizzazione e costituiscono il nostro sistema concettuale ovvero l’insieme dei concetti che si sono depositati nella nostra memoria semantica. Ogni concetto è la rappresentazione mentale di un insieme (o categoria) di oggetti o eventi e delle loro proprietà associate. Per categorizzazione invece intendiamo il processo attraverso cui riportiamo uno stimolo ambientale a un concetto allorquando lo ri-conosciamo come esemplare della categoria a cui appartiene.

Il processo di categorizzazione può essere sia deduttivo (ad esempio dalla definizione di un triangolo come quella parte di piano la cui somma degli angoli interni è 180° includo nella categoria “triangolo” tutti quegli elementi che soddisfano la definizione) che abduttivo, quando non sono disponibili precise regole logiche. In questo caso con il crescere dell’esperienza tendiamo ad astrasse schemi o prototipi [E. Rosch] del concetto per mezzo della presenza di attributi (features) salienti. Il prototipo o schema del concetto così creato, non è altro che un elenco di attributi frequentemente osservati nei suoi esemplari, pur non necessariamente presenti in tutti.

Il prototipo (o schema) non è niente altro che un modello medio, rappresenta una tendenza centrale sulla quale si “crea” la definizione della categoria che, una volta creata, funge da modello.

Avendo natura abduttiva, per quanto possa essere una soluzione “buona abbastanza” non ha in sé una validità epistemica forte; il problema di fondo è che una volta creata si tende a “solidificarsi” assumendo, illusoriamente, una validità forte facendo della consuetudine, del quotidiano, un metro di valore gnoseologico, quello che la filosofia greca definiva doxa, opinione.

Come detto sopra la sorpresa, ciò che va oltre le aspettative, può incrinare tale “valore forte” degli schemi e nel far questo porre dubbi e spingere a quel “pensare altrimenti” che ha in sé natura eversiva. Quali sono le condizioni per creare la “sorpresa”?

Immaginiamo di entrare in un’aula. Prima di varcare la porta di ingresso ho nella mente uno schema, una aspettativa di come un’aula dovrebbe essere con banchi, una cattedra, una lavagna etc. Se nel momento in cui entro dovessi trovare tutto al suo posto, così come immaginavo, le mie aspettative sono state soddisfatte, assumo la regolarità e la concordanza fra ciò che è e ciò che dovrebbe essere. In tale situazione non esistono sorpresa, dubbi, domande. Cosa può sorprendermi? Ad esempio, non trovare la lavagna, o trovarla in altro posto o di dimensioni troppo grandi o troppo piccole; oppure entrare e trovare un frigorifero. Quindi la sorpresa può essere data da quattro situazioni: 3 nella misura della presenza e 1 nell’assenza.

  1. qualcosa che c’è ma non nel suo posto
  2. qualcosa che c’è ma di forma o dimensione diversa dal prototipo
  3. qualcosa che c’è ma non dovrebbe esserci
  4. qualcosa che non c’è ma che dovrebbe esserci

La sorpresa è la rottura della catena tra l’essere e il dover essere che crea una condizione di sentirsi spaesati e che induce a interrogarsi su una realtà altra. La sorpresa che genera meraviglia, in quanto novità, è il germe della filosofia.

«L’essere pieno di meraviglia è proprio del filosofo.
Sì, il principio della filosofia non è niente altro che questo,
e chi ha detto che Iride
è figlia di Taumante [thaumazein= meravigliarsi],
non mi pare abbia sbagliato genealogia»
[Platone, Teeteto, 155d]

«Gli uomini, sia nel nostro tempo sia dapprincipio,
hanno preso dalla meraviglia lo spunto per filosofare, poiché dapprincipio essi si stupivano dei fenomeni
che erano a portata di mano
e di cui essi non sapevano rendersi conto»
[Aristotele, Metafisica, I, 2, 982b12-14]

Le euristiche sono, in quanto strutturali del nostro sistema cognitivo, congruenti a questo processo di categorizzazione, di riduzione dell’ignoto al noto, del pensiero irriflesso, del quotidiano.

Non resta ora che da analizzare i quattro tipi di euristiche: ancoraggio, la simulazione o il pensiero controfattuale, la disponibilità e la rappresentatività.

L’euristica dell’ancoraggio consiste nello stimare un valore a partire da un valore iniziale a cui viene accomodato il nuovo oggetto, ad esempio giudicare il costo di una cena in un ristorante sulla base dell’informazione di un amico. Può portare o sottostimare o sovrastimare una persona o un oggetto desiderati.

L’euristica della simulazione consiste nella facilità con si costruiscono scenari alternativi che può portare a vivere di rimpianti o attribuire eccessiva importanza alla fortuna.

L’euristica della disponibilità consiste nella rapidità dei giudizi sulla probabilità degli eventi in base alla disponibilità nella memoria.

L’euristica della rappresentatività (sulla quale è giudicato Aqualung) consiste in giudizi istantanei per decidere se qualcuno o qualcosa si adatta a una categoria che porta a sminuire il peso di altre informazioni altrettanto importanti.

L’euristica della rappresentatività si basa sulla rilevanza degli attributi di una persona considerata come criterio per considerare la persona stessa membro di una certa categoria. É la tendenza a giudicare l’appartenenza di una persona a una categoria sulla base della considerazione soggettiva di quanto quella persona incarni il prototipo della categoria: poiché si ritiene che una persona possiede alcune caratteristiche che si associano a una categoria, si deduce che quella persona ne sia membro.

Nicola Carboni

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