Tutto ciò che è fatto dalla mano dell'uomo, dalla mano dell'uomo può essere rovesciato. George Herbert

Ricordiamo uno dei più importanti parolieri devozionali britannici: l’Oratore e Sacerdote gallese, George HERBERT, la cui lirica è associata agli scritti dei poeti metafisici

George Herbert è stato un poeta…
 

Tutto ciò che è fatto dalla mano dell’uomo,
dalla mano dell’uomo può essere rovesciato.
George Herbert

George Herbert è stato un poeta, oratore e sacerdote della Chiesa d’Inghilterra. Nato in Galles, Herbert è considerato uno dei poeti inglesi più influenti del XVII secolo ed è annoverato come uno dei poeti metafisici.

George Herbert nasce il 3 aprile 1593 a Montogomery (Inghilterra), quinto figlio di un’eminente famiglia gallese. Sua madre, Magdalen Newport, detiene un grande patrocinio per illustri personaggi letterari come John Donne, che le dedicherà i suoi “Holy Sonnets”. Il padre di Herbert muore quando lui ha solo tre anni, lasciando sua madre con dieci figli, che lei stessa cercherà di educare e crescere come fedeli anglicani. All’età di dieci anni Herbert parte per la Westminster School e successivamente vince una borsa di studio al Trinity College di Cambridge.

Herbert ottiene due lauree (una laurea nel 1613 e un master nel 1616) e viene eletto membro importante del Trinity. Due anni dopo la laurea, viene nominato lettore di retorica a Cambridge e nel 1620 oratore pubblico, incarico in cui Herbert viene chiamato a rappresentare Cambridge in occasioni pubbliche e che lui stesso descrive come “il posto più bello dell’università”. Tra il 1624 e il 1625, Herbert viene eletto rappresentante al Parlamento. Si dimette da oratore nel 1627, sposa Jane Danvers nel 1629 e prende gli ordini sacri nella Chiesa d’Inghilterra nel 1630. Herbert trascorre il resto della sua vita come rettore a Bemerton vicino a Salisbury. Mentre vive lì, predica, scrive poesie e aiuta a ricostruire la chiesa con i propri fondi.

Il manuale pratico di Herbert per i parroci di campagna, “A Priest to the Temple” (1652), mostra l’intelligente devozione che esibiva ai suoi parrocchiani. Sul letto di morte, invia il manoscritto di quest’opera al suo caro amico, Nicholas Ferrar, chiedendogli di pubblicare le poesie solo se pensa che potessano arrecare del bene a “qualsiasi povera anima abbattuta”. George Herbert muore all’età di quarant’anni nello stesso anno (1633) in cui il libro viene pubblicato. “A Priest to the Temple” riscuote un enorme successo popolare tanto che dalla sua prima pubblicazione al 1680 viene ristampato venti volte.

Le poesie di Herbert sono state caratterizzate da una profonda devozione religiosa, precisione linguistica, agilità metrica e uso ingegnoso della presunzione. Samuel Taylor Coleridge ha scritto della dizione di Herbert che: “Niente può essere più puro, virile o inalterato”, ed è classificato con Donne come uno dei grandi poeti metafisici.

Herbert è conosciuto come uno dei più grandi poeti del XVII secolo e uno dei più grandi poeti devozionali in lingua inglese. È ricordato per il suo tono colloquiale e diretto, come per le sue poesie uniche che hanno esaltato il significato e il tema della scrittura. La sua poesia ha continuato a influenzare colleghi poeti come Henry Vaughan, Richard Crashaw, Thomas Traherne, e poi, nei secoli successivi, Samuel Taylor Coleridge, Ralph Waldo Emerson, Emily Dickinson, Gerard Manley Hopkins, TS Eliot, WH Auden, Elizabeth Bishop e Anthony Hecht.

In cover: George Herbert.
L’immagine è stata adattata, l’originale si trova qui: commons.wikimedia.org

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