Quando hai un compito grande e difficile, qualcosa che è quasi impossibile, se solo ci lavori un po' per volta, un pezzettino ogni giorno, improvvisamente il compito si terminerà da solo. Karen Blixen

Karen Blixen un po’ per volta

Il 17 aprile, nel 1885, nasceva la scrittrice danese famosa per aver scritto “La mia Africa”…
 

Quando hai un compito grande e difficile,
qualcosa che è quasi impossibile,
se solo ci lavori un po’ per volta,
un pezzettino ogni giorno,
improvvisamente il compito si terminerà da solo.

Karen Christentze Dinesen

Il 17 aprile, nel 1885, nasceva la scrittrice danese Karen Christentze Dinesen, meglio conosciuta come Karen Blixen (ma aveva anche con altri vari pseudonimi: Isak Dinesen, Tania Blixen, Pierre Andrèzel e Osceola), è famosa per aver scritto “La mia Africa” .

La baronessa von Blixen-Finecke nacque in Danimarca nel 1885. Crebbe negli agi della sua residenza di campagna a Rungsted, a una trentina di chilometri da Copenaghen, con la madre, il padre, i fratelli Thomas e Anders e le due sorelle. Il padre, proprietario terriero che partecipava alla vita politica del Paese, si suicidò quando lei aveva solo dieci anni.

Ragazza dal carattere estroverso e romantico, era carismatica e piaceva alla gente. Dal 1903 al 1906 frequenta l’Accademia delle Belle Arti di Copenaghen, Parigi (1910) e di altre città d’Europa.

Nel 1907 scrive i suoi primi racconti sotto lo pseudonimo di Osceola, con il titolo Gli eremiti e L’aratore, mentre è del 1909 La famiglia de Cats.

Il 2 dicembre 1913 parte per l’Africa insieme al cugino, il barone svedese Bror von Blixen-Finecke, col quale nel frattempo si era fidanzata, con lo scopo di acquistare una fattoria, per vivere lontano dalla civiltà e provare nuove emozioni. Nel 1914 sposa il cugino Bror a Mombasa ed insieme acquistano una piantagione di caffè ai piedi delle colline di N’Gong, vicino a Nairobi, e vi si trasferiscono iniziando l’avventura da tanto tempo sognata.

Il matrimonio termina nel 1921 con il divorzio e Karen resta da sola a dirigere la piantagione che ormai è la sua ragione di vita. Una grande crisi del mercato del caffè la costringe però a chiudere la fattoria nel 1931 e a far ritorno quindi in Danimarca il 31 agosto dello stesso anno. Non tornerà mai più nella sua amata Africa e si dedicherà con passione alla scrittura. Le resterà sempre però una grande nostalgia per la sua terra africana.

La Blixen collaborò col giornale di sinistra Politiken come corrispondente da Berlino durante l’anno 1940 e nel 1941 da Helsinki e scrisse Lettere da un paese di guerra.

Usando lo pseudonimo di Isak Dinesen scrisse il primo lavoro che le avrebbe portato il successo: Sette storie gotiche, una raccolta di sette racconti pubblicata sia in America che in Inghilterra nel 1934.
Tre anni dopo, nel 1937, scrisse quello che sarebbe rimasto il suo capolavoro e col quale resterà famosa nel panorama letterario del XX secolo: La mia Africa, una sorta di diario dove racconta i suoi anni passati in Kenya e i suoi rapporti con la natura e con i nativi del posto dei quali ammira il modo di vivere.

Negli anni che trascorse in Danimarca la sua salute fu molto cagionevole e passò lunghi periodi in ospedale. Negli ultimi anni di vita fu costretta a dettare i suoi romanzi alla segretaria a causa della malattia che non le consentiva più di lavorare alla scrivania. La fine arriverà il 7 settembre 1962, all’età di settantasette anni.

I suoi ricordi africani, le fotografie e le lettere del suo amato Denys Finch Hatton, compagno dopo la separazione dal marito, la sua scrivania e molti oggetti personali sono conservati nella sua casa, divenuta museo nel 1991 grazie agli introiti del film La mia Africa, tratto dal romanzo omonimo. Nel museo si possono ammirare anche diversi quadri dipinti dalla stessa Blixen.

Nonostante diverse candidature al Premio Nobel per la letteratura, Karen non lo vinse mai; dopo che sono stati resi pubblici gli archivi della commissione fino al 1960, all’inizio del 2010 è emerso che i giurati preferirono scegliere altri scrittori piuttosto che la Blixen, per non suscitare polemiche su presunti favoritismi verso autori scandinavi.

Fonte: Wikipedia

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