OGGI nacque la Poetessa dei Navigli, Alda MERINI, considerata uno dei giganti letterari italiani del Novecento

OGGI nacque la Poetessa dei Navigli, Alda MERINI, considerata uno dei giganti letterari italiani del Novecento

Dalla metà degli anni ’90, Alda intrattiene collaborazioni artistiche eterogenee e gode di popolarità…
 
Di fatto, non esiste pazzia senza giustificazione e ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini. Alda Merini

OGGI nacque la Poetessa dei Navigli, Alda MERINI, considerata uno dei giganti letterari italiani del Novecento

Alda Giuseppina Angela Merini nasce a Milano il 21 marzo 1931 da una famiglia modesta. Suo padre è impiegato di una compagnia di assicurazioni nazionali (Assicurazioni Generali di Venezia) e sua madre è casalinga. Alda ha una sorella maggiore, Anna, e un fratello minore, Ezio. La carriera di poetessa di Alda inizia in tenera età. Suo padre incoraggia l’interesse di Alda per la lettura e la scrittura e pubblica un opuscolo delle sue poesie quando lei aveva dieci anni. Fa anche venire a casa un insegnante per darle lezioni di pianoforte. Alda completa le elementari con ottimi voti, ma alla fine della guerra il padre, non avendo alcuna fonte di reddito, è costretto a mandarla alla scuola professionale Laura Solera Mangazza per tre anni a studiare stenografia. Alda fa poi domanda di ammissione al Liceo Manzoni, ma non viene accettata per insufficiente punteggio alla prova d’ingresso di italiano.

Così all’età di quindici anni Alda inizia a dedicarsi alla scrittura di poesie. Un anno dopo, nel 1947, tramite Silvana Rovelli – cugina della poetessa Ada Negri – alcune di queste poesie vengono inviate all’influente critico letterario Giacinto Spagnoletti. Grazie a Spagnoletti, Alda inizia a frequentare il circolo letterario più esclusivo del periodo di Milano, frequentato da molti eminenti poeti e critici, tra cui Pier Paolo Pasolini, Maria Corti, Luciano Erba e Giorgio Manganelli, con il quale Alda inizia una tormentata relazione amorosa. Sempre nel 1947 manifesta i primi sintomi di malattia mentale e trascorre un mese presso la clinica Villa Turro di Milano. Nel 1949 finisce la relazione con Manganelli. Nel 1950 Alda ha una relazione sentimentale con Salvatore Quasimodo, la relazione che dura fino al 1953.

Quando nel 1950 Spagnoletti pubblica le poesie di Alda “Il Gobbo” e “Luce” nell’antologia Poesia italiana contemporanea 1909-1949, la sua poesia seduce illustri lettori come Quasimodo, Pasolini e Montale. Montale suggerisce a Vanni Scheiwiller di includere un gruppo di liriche di Alda nella sua antologia “Poetesse del Novecento”, pubblicata nel 1951.

Nel 1953 Alda sposa Ettore Carniti, titolare di una panetteria e pasticceria a Milano, e pubblica il suo primo libro, “La presenza di Orfeo”. Nel 1955 Alda pubblica tre libri: “Paura di Dio” (Scheiwiller), una raccolta che comprende tutte le sue poesie dal 1947 al 1953, “Nozze romane” (Swartz) e “La pazza della porta accanto” (Bompiani). Nello stesso anno le nasce la prima figlia, Emanuela (Manuela). Il pediatra del bambino, Pietro di Pasquale, diviene l’interesse amoroso non corrisposto di Alda. A lui dedica il suo libro successivo “Tu sei Pietro” (Scheiwiller, 1961). Nel 1958 nasce la sua seconda figlia, Flavia.

Dopo la pubblicazione di “Tu sei Pietro”, Alda smette di scrivere per due decenni, a causa del peggioramento della sua salute mentale. Nel 1965 entra nel manicomio Paolo Pini di Milano, dove rimane fino al 1972, pur trascorrendo brevi periodi con la famiglia. Durante questo periodo dà alla luce altre due figlie, Barbara e Simona.

Nel 1979 Alda esce dalla malattia e riprende a scrivere, permeando le sue poesie con la sua drammatica e dolorosa esperienza negli istituti psichiatrici. Ma dopo tanti anni lontana dal circolo letterario milanese, non riesce a trovare un editore. Nel 1982, grazie all’intervento di Maria Corti, la rivista “Il cavallo di Troia” pubblica trenta suoi testi, che sono l’embrione del suo prossimo libro. Dopo la morte del marito nel 1983, Alda inizia una corrispondenza con il medico Michele Pierri, trentenne più anziano di lei. Lo sposa lo stesso anno, trasferendosi nella sua casa di Taranto. Qui ha un aggravamento della malattia mentale di cui soffre e per un breve periodo entra in un istituto psichiatrico locale. Vanni Scheiwiller la sostiene ancora una volta, pubblicando il libro “Terra Santa” nel 1984.

Alda torna a Milano nel 1986, dove viene curata dalla psichiatra Marcella Rizzo, alla quale dedica diversi testi. Raggiungendo finalmente un po’ di serenità, Alda può evitare di vivere nei manicomi per stare nel suo appartamento sul Naviglio. I vent’anni successivi sono creativamente fecondi e Alda pubblica almeno un libro di poesie o prosa all’anno. Nel 1986 Scheiwiller pubblica la sua autobiografia “L’altra verità: diario di una diversa” seguono “Fogli bianchi” (1987) “Testamento” (1988), “Delirio amoroso” (1989) e “Il tormento delle figure” (1990). Nel 1991 Alda scrive due nuovi libri, “Le parole di Alda Merini” e “Vuoto d’amore” a cura di Maria Corti.

Tra il 1992 e il 1996 pubblica numerosi altri libri: “Ipotenusa d’amore”; “La Palude di Manganelli, o il monarca del re” (dedicato al poeta da lei amato, morto un anno prima); “La presenza di Orfeo”; “Titano amori intorno”; “Reato di vita”, “Ballate non pagate”; e “La piazza della porta accanto” Nel 1993 Alda riceve il prestigioso Premio Librex-Guggenheim Eugenio Montale, diventando così un poeta acclamato e venerato. Nel 1996 vince un altro prestigioso premio, il Premio Viareggio, e viene nominata dall’Accademia di Francia per il Premio Nobel.

Dalla metà degli anni ’90, Alda intrattiene collaborazioni artistiche eterogenee e gode di popolarità: parecchi dei suoi testi vengono musicalizzati; alcuni dei suoi libri sono completati da disegni; le copertine incise arricchiscono alcuni dei suoi lavori; molte delle sue poesie vengono recitate da attori famosi con lei sul palco; e i registi realizzano documentari sulla sua vita. Intensa in questi anni è la pubblicazione di aforismi a cura del più piccolo editore Pulcinoelefante. Nel 1997 Alda vince il Premio Procida-Elsa Morante. Nel 2000 appaiono due nuove raccolte di testi, “Superba è la notte” e “L’anima innamorata”. Nel 2001 viene nuovamente nominata per il Premio Nobel.

Alda continua a scrivere fino alla fine della sua vita: “Folle, folle, folle d’amore per te” e “Magnificat. Un incontro con Maria” sono pubblicati nel 2003 e “Poema della croce” nel 2004; nel 2005 produce “Uomini miei” e “Sono nata il ventuno a primavera: Diario e nuove poesie”. “La vera novella” esce nel 2006 e “Lettere a Dottor G” nel 2008. Alda Merini muore il 1 novembre 2009 di cancro.

In cover: Alda Merini in un ritratto di Giuliano Grittini. L’immagine è stata adattata, l’originale si trova qui: commons.wikimedia.org

 

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