La RICERCA QUALITATIVA: i principali BIASES dei partecipanti

In linea di massima, nella ricerca qualitativa i pregiudizi si possono suddividere in due gruppi: i pregiudizi dei partecipanti, di cui parleremo questo mese ed il prossimo, e i pregiudizi dei ricercatori, che…
 

La ricerca qualitativa: i principali biases dei partecipanti

Vedi le altre parti dell’articolo su “La ricerca qualitativa” di Carmen Cini

In linea di massima, nella ricerca qualitativa i pregiudizi si possono suddividere in due gruppi: i pregiudizi dei partecipanti, di cui parleremo questo mese ed il prossimo, e i pregiudizi dei ricercatori, che tratteremo in seguito. Il pregiudizio dei partecipanti si verifica, in generale, quando gli intervistati rispondono alle domande in base a ciò che pensano sia la risposta giusta, o ciò che ritengono essere socialmente accettabile, piuttosto che ciò che “sentono” veramente. Un altro caso, in cui dei pregiudizi possono presentarsi nei partecipanti ad una ricerca, è quando questi sono prevenuti rispetto allo sponsor della ricerca, qualora questa si svolga senza procedure di mascheramento; il che potrebbe portarli ad accettare tutto o niente che viene loro proposto.

Nella Ricerca Qualitativa, si possono identificare almeno 4 principali categorie di biases che riguardano i partecipanti/intervistati e che danno luogo alla cosiddetta “distorsione del rispondente”:

  • biases di acquiescenza o di cordialità
  • biases di desiderabilità sociale o di accettabilità sociale
  • biases di assuefazione (o abituazione)
  • pregiudizio dello sponsor

 

Bias di acquiescenza o di cordialità: noto anche come “sì” o bias di cordialità, il bias di acquiescenza si verifica quando un intervistato dimostra una propensione ad essere d’accordo e ad essere positivo su qualunque cosa il moderatore o il ricercatore presenti. In altre parole, il soggetto, aspettandosi di essere apprezzato, manifesta il fatto che ogni idea sollevata possa essere buona e, di conseguenza, agire in base ad ogni situazione che l’intervistatore propone. Questo atteggiamento si intensifica allorquando inizia a farsi sentire la stanchezza per cui alcuni soggetti accetteranno solo di completare l’intervista. Se alcune persone tendono ad essere acquiescenti, altre acconsentono perché “percepiscono” l’intervistatore come un esperto. L’acquiescenza è una facile via d’uscita, poiché richiede meno sforzo rispetto al soppesare attentamente ogni opzione.

Bias di desiderabilità sociale o di accettabilità sociale: questo bias si ha quando i partecipanti rispondono in modo impreciso solo per piacere o pensare che sarebbero meglio accettati, soprattutto in caso di domande delicate o domande su argomenti personali o controversi. Indipendentemente dalllo scopo della ricerca, alcune persone si esprimeranno, quindi, in modo impreciso su argomenti delicati o personali allo scopo di presentarsi nella migliore luce possibile. Oppure vorranno compiacere l’intervistatore o il moderatore, portando risposte che pensano che il ricercatore stia cercando (pregiudizio dell’accordo). Fornendo risposte socialmente accettabili, gli intervistati, possono dare informazioni false. Le persone cercano di allineare le loro risposte dicendo ciò che è socialmente accettabile, anche se possono sentire o pensare qualcos’altro. Possono distorcere la verità o di offrire mezze verità. Ad esempio, capita che alcuni intervistati esprimano chiaramente il loro bisogno di potere, status sociale. La maggior parte delle persone desidera conformarsi al proprio gruppo o, comunque, a quello cui ambisce.

Bias di assuefazione (o abituazione): tale bias si riscontra quando i partecipanti forniscono le stesse risposte a domande formulate in modo simile. Gli intervistati mostrano talvolta segni di affaticamento, soprattutto se la sessione dura più di un’ora, percependo le domande come ripetitive, oppure iniziano a dare risposte simili a più domande. Si tratta il più delle volte di una risposta “biologica”: essere reattivi e prestare attenzione richiedono molta energia. Per risparmiare energia, i nostri cervelli si abituano o vanno con il “pilota automatico”. Gli esiti vanno messi in conto e possono solo essere immaginati.

Pregiudizio dello sponsor: questo pregiudizio si rileva quando un partecipante è prevenuto rispetto allo sponsor della ricerca o viene influenzato dalla reputazione o dalla dichiarazione d’intenti dello sponsor. Quando gli intervistati sanno – o sospettano – chi sta sponsorizzando la ricerca, i loro sentimenti e le loro opinioni sullo sponsor possono influenzare le risposte. Le opinioni degli intervistati sulla missione, o sulle convinzioni fondamentali dell’organizzazione sponsor, ad esempio, possono influenzare il modo in cui rispondono a tutte le domande relative a quel brand. Avendo opinioni prevenute sullo sponsor della ricerca, in positivo o in negativo, i partecipanti sono facilmente influenzabili dalla sua reputazione. Questo può succedere qualora la ricerca si svolga senza procedure di mascheramento o, disavvedutamente, i partecipanti vengano a conoscenza dello sponsor.

Carmen Cini

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