La ricerca qualitativa: pregiudizi e biases – di Carmen Cini

La ricerca qualitativa: pregiudizi e biases

Il pregiudizio influenza la validità e l’affidabilità dei risultati e, di conseguenza, influisce sulle decisioni di chi necessita di questi dati per sviluppare strategie. Il pregiudizio, infatti, tende ad alterare i dati nella ricerca qualitativa…
 

La ricerca qualitativa: pregiudizi e biases

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Come abbiamo accennato nello scorso articolo nella ricerca qualitativa, il pregiudizio influenza la validità e l’affidabilità dei risultati e, di conseguenza, influisce sulle decisioni di chi necessita di questi dati per sviluppare strategie. Il pregiudizio, infatti, tende ad alterare i dati nella ricerca qualitativa deformandone la verità. Dal momento che, il pregiudizio distorce i risultati e influenza le decisioni, nella ricerca qualitativa, è fondamentale cercare di ridurre i pregiudizi il più possibile. È importante riuscire a riconoscerli, o quantomeno esserne consapevole visto che nelle ricerche di mercato, e in generale, nelle ricerche in cui i casi umani sono implicati a qualsiasi livello, i pregiudizi sono inevitabili.

Pertanto, sebbene sia impossibile evitare completamente i pregiudizi, ci sono diversi modi per ridurli. Ancora più importante risulta essere la tempestiva identificazione di un potenziale pregiudizio che può aiutare a prendere adeguate misure preventive. Questo anche perché il rischio di parzialità esiste in tutte le componenti della ricerca qualitativa e può provenire dalle domande, dagli intervistati e dal moderatore. E’ anche vero che, l’obiettivo di ridurre i pregiudizi non deve significare l’omogeneizzazione dei risultati, ma l’assicurarsi che, ad esempio, le domande siano poste in ponderatamente e fornite in un modo che consenta ai soggetti sottoposti al test di rivelare le loro reali impressioni e pensieri senza distorsioni. Per ridurre i pregiudizi e fornire una ricerca migliore, dobbiamo così esplorare le sue fonti primarie.

Quando ci concentriamo sugli elementi umani del processo di ricerca e osserviamo alcuni tipi fondamentali di biases – guidati dall’intervistato, dal ricercatore o da entrambi – siamo in grado di ridurre al minimo il potenziale impatto che il bias ha sulla ricerca qualitativa. La parola “bias” è un argomento molto dibattuto nell’industria qualitativa. A causa dell’approccio naturalistico degli studi qualitativi, ci sono molte interpretazioni su cosa significhi effettivamente “bias”.

Potrebbe significare un “punto di vista particolare”. In questo caso, potremmo dire che il bias sarebbe difficile, se non impossibile, da eliminare dalla ricerca. Questo perché gli esseri umani interpretano intrinsecamente il mondo che osservano in base alle proprie esperienze e preconcetti. D’altra parte, il bias può essere definito come una manipolazione dei dati che distorce la comprensione. Questo potrebbe essere molto dannoso per uno studio in quanto influisce sull’affidabilità e sulla validità dei suoi risultati. Tuttavia, come già ribadito più volte, si possono adottare misure per “evitare” che questo problema si verifichi.

“Pregiudizio”, comunemente inteso come qualsiasi influenza che fornisce una distorsione nei risultati di uno studio, è un termine tratto dal paradigma della ricerca quantitativa. Il motivo principale per cui i ricercatori cercano di gestire i “pregiudizi” nel loro lavoro è dovuto alla crescente pressione cui sono sottoposti nel tentare di dimostrare che i risultati della ricerca possono portare anche ad un impatto quantificabile. Una serie di strategie, per sostenere questi concetti durante il processo di ricerca qualitativa, sono stati sviluppati e scritti da Mayan, Olson e Spiers (2002), suggerendo delle strategie di verifica per stabilire affidabilità e validità in termini qualitativi.

Ma quali sono allora i tipi di pregiudizi affrontati dai ricercatori qualitativi? Una volta compresi e identificati i diversi tipi di pregiudizi, diventerà più facile anche adottare misure per ridurli o, persino, evitarli. Ma quando il pregiudizio diventa un problema? E come identifichiamo e controlliamo le fonti di biases per fornire la ricerca della massima qualità possibile? In linea di massima, i pregiudizi possono essere suddivisi in due categorie, di cui parlerò nei prossimi articoli: i biases del rispondente e quelli del ricercatore.

Carmen Cini

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