Nasceva OGGI lo Scultore che la materia solida faceva sembrare evanescente, Medardo ROSSO

Nasceva OGGI lo Scultore che la materia solida faceva sembrare evanescente, Medardo ROSSO

La scultura pittorica di Medardo Rosso ruppe con gli atteggiamenti classici e romantici prevalenti della scultura del XIX secolo e così…
 
È tutta una questione di luce.
Non c’è materia nello spazio.
Medardo Rosso

Nasceva OGGI lo Scultore che la materia solida faceva sembrare evanescente, Medardo ROSSO

La scultura pittorica di Medardo Rosso ruppe con gli atteggiamenti classici e romantici prevalenti della scultura del XIX secolo e così facendo divenne uno dei primi scultori veramente moderni. Il lavoro di Rosso è considerato impressionista, oltre ad essere correlato in misura minore al Realismo, al Simbolismo e all’Espressionismo.

Medardo Rosso nasce a Torino nel 1858 in una famiglia borghese ed è il più giovane di tre figli. Nel 1870 la famiglia si trasferisce a Milano, dove Rosso trascorre gran parte del suo tempo nella bottega di uno scalpellino. Poiché aveva già deciso di diventare un artista, questa esperienza pare aver influenzato il suo diventare scultore in seguito. Il triennio del suo arruolamento nell’esercito, dal 1879 al 1882, risulta spiacevole poiché Rosso è caratterialmente incapace di adattarsi alla disciplina necessaria. Congedato dall’esercito, Rosso si iscrive immediatamente ai corsi di anatomia e scultura dell’Accademia di Brera a Milano. Le sue prime opere, come “Il teppista e il cantante disoccupato”, entrambi piccoli bronzi del 1882, utilizzano i suoi temi caratteristici di quel periodo, la vita di strada della classe bassa e medio-bassa. Potrebbe essere stato l’esempio di Giuseppe Grandi (1843-1894), scultore milanese noto per le sue piccole figure ispirate alla vita quotidiana, ad attirare Rosso in questa direzione tematica, oltre che per il proprio sconforto e le condizioni di impoverimento in cui viveva. Tra le opere svolte in questo periodo sono: “Kiss Under the Streetlamp” (argilla modellata con stampo e bronzo fuso, 1882) e “The Flesh of Others” (cera su gesso, 1883). Nel 1883 un disaccordo e una colluttazione con un compagno di studi porta lo scultore alla sua espulsione dall’Accademia. Tuttavia, l’esposizione di quattro delle sue sculture all’Esposizione di Belle Arti di Roma, meno di un mese dopo, riesce ad incoraggiarlo. Indicativo di ciò è la sua produttività e l’emergere di uno stile personale.

Nel 1884 Rosso si reca a Parigi e lavora nello studio dello scultore Jules Dalou, dove incontra Rodin, che diventerà il suo principale concorrente. La morte dell’amata madre lo costringe a ritornare a Milano prima della fine dell’anno. Nonostante ciò, questo periodo a Milano si rivela personalmente e artisticamente benefico per lo scultore. Nel 1885 sposa Giuditta Pozzi, con la quale, alla fine di quell’anno, ha un figlio, Francesco. Dal 1886 al 1889 riceve numerose commissioni e espone sculture sia nei saloni ufficiali che nei “salotti indipendenti” di Parigi. Partecipa anche a una grande mostra a Venezia nel 1887. Nel 1889 torna a Parigi per l’onore di esporre le sue sculture all’Esposizione Universale, ma sicuramente anche con l’intenzione di soggiornarvi per assicurarsi un posto nel mondo dell’arte. L’acquisto da parte di Emile Zola del suo “Concierge” (1883) offre una speranza ad un Rosso in difficoltà economiche. In quel periodo realizza le opere: “Sick Boy” (waxoverplaster e bronzo, 1893), “Conversazione in giardino” (1893, cera su intonaco) e “Impression in an Omnibus” (1883-1884).

A partire dal 1898 la sua produttività diminuisce al punto che Rosso raramente produce nuove opere ma, semplicemente, crea copie e variazioni su pezzi più vecchi. Tuttavia, è in questo periodo che espone più ampiamente. Nel 1896 un suo pezzo viene incluso in uno spettacolo preraffaellita a Londra. Una mostra delle sue sculture viaggia attraverso la Germania nel 1901 e nel 1903 arriva alla Secessione di Vienna. Nello stesso anno visita Lipsia, Berlino e Bruxelles e torna a Parigi, dove diviene uno dei membri fondatori del Salon d’Automne e nel 1904 Rosso tiene una mostra personale del suo lavoro. Successivamente vi si svolgono frequenti mostre del suo lavoro nei salotti e nelle gallerie, particolarmente in Italia, dove in effetti viene scoperto finalmente dai suoi concittadini. Altre opere rilevanti del periodo: “Madame X” (cera su intonaco) e “Ecce Puer” (1906-1907, cera).

Definito anche il “Mefistofele” della scultura, Medardo Rosso tradisce il suo approccio anti-monumentale e anti-eroico come la sua arte transnazionale in quanto produzione di un creatore d’arte senza limiti nazionali. Ai suoi tempi, fu salutato sia come il fondatore della scultura impressionista che come il capostipite del futurismo. Auguste Rodin, Umberto Boccioni, Constantin Brancusi, Alberto Giacometti e Henry Moore ammiravano le sue idee rivoluzionarie. Oggi Medardo Rosso continua a ispirare artisti contemporanei come Tony Cragg e movimenti come l’Arte Povera, e le sue sculture sono conservate in più di cento musei e collezioni in tutto il mondo. Rimane oggi una delle figure più originali nella storia dell’arte moderna.

In cover: Medardo Rosso. L’immagine è stata adattata, l’originale si trova qui: commons.wikimedia.org

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