Ricordiamo una delle voci più alte della Germania antinazista, il Saggista e Scrittore, premio Nobel per la letteratura nel 1929, Thomas MANN

Thomas Mann è uno dei romanzieri e saggisti più importanti XX° secolo…
 

Ricordiamo una delle voci più alte della Germania antinazista, il Saggista e Scrittore, premio Nobel per la letteratura nel 1929, Thomas MANN

Thomas Mann è uno dei romanzieri e saggisti più importanti del XX° secolo. È considerato un maestro dell’ironia e del manierismo letterario. Thomas Mann ha scritto racconti e romanzi che riflettono la fine dell’era borghese. In quanto tradizionalista, si mise consapevolmente sulle orme della classe media istruita e di poeti come Johann Wolfgang von Goethe e Theodor Fontane. La sua grande saga familiare “Buddenbrooks”, per la quale fu insignito del Premio Nobel, ha raggiunto la fama mondiale nella letteratura.

Thomas Mann nasce a Lubecca il 6 giugno 1875 figlio del mercante e senatore Johann Heinrich Mann e di sua moglie Julia. Il giovane Mann cresce con quattro fratelli: Heinrich (1871-1950), Julia (1877-1927), Carla (1881-1910) e Karl Victor (1890-1949). Nella sua città natale frequenta dapprima una scuola privata, per poi passare al Realgymnasium. Nel 1891, dopo la morte del padre, l’attività familiare viene ceduta e due anni dopo la famiglia si trasferisce a Monaco. Lì Mann inizia un tirocinio presso una compagnia di assicurazioni. Una piccola pensione gli dà la sicurezza finanziaria di cui ha bisogno per diventare uno scrittore freelance. Anche suo fratello, Heinrich Mann, intraprende questa carriera. Dal 1896 al 1898 Thomas Mann vive in Italia. Al suo ritorno in Germania è per breve tempo redattore della rivista “Simplicissimus”. Dal 1900 presta il servizio militare. Nel 1905 Mann sposa a Monaco di Baviera Katja Pringsheim, studentessa figlia di un ricco professore, da cui avrà sei figli.

Il successo della saga familiare “Buddenbrooks” (1897-1900) e il suo matrimonio con Katja Pringsheim permettono allo scrittore di condurre una vita da borghese. Il contrasto di Thomas Mann col fratello Heinrich Mann, a proposito della Prima Guerra Mondiale attraverso dichiarazioni polemiche e conservatori nazionali come “scrittori della civiltà”; divengono causa di una lite fratricida che durerà anni. Nel 1919 lo scrittore riceve una laurea Honoris Causa dall’Università di Bonn. Con la fine della guerra, Thomas Mann promuove una campagna per la democrazia ed è un sostenitore della Repubblica di Weimar. Nel 1922 si ripristina il rapporto fraterno, mentre nel 1929 Mann riceve il premio Nobel per la Letteratura in riconoscimento del suo successo popolare con il romanzo epico “Buddenbrooks” e il romanzo “The Magic Mountain”. Anche prima che i nazionalsocialisti prendessero il potere nel 1933, lo scrittore agisce da monito contro la minaccia bruna. Se da tempo si era trasferito in Svizzera, è solo nel 1936 che riconosce pubblicamente la sua esistenza di emigrante. Così Mann diviene cittadino cecoslovacco. Purtroppo, oltre alla privazione della cittadinanza tedesca, viene privato anche della laurea Honoris Causa. In seguito al “collegamento” dell’Austria al Reich tedesco nel 1938, Thomas Mann si ritira negli Stati Uniti. Lì vive per la prima volta a Princeton e lavora come professore in visita. Nel 1941 si trasferisce a Pacific Palisades vicino a Los Angeles. Durante la guerra dal 1940 al 1945 tiene i suoi discorsi mensili “Deutsche Hörer!” come inviato in Germania dalla BBC. Poco prima della fine della guerra, il 23 giugno 1944 Thomas Mann diventa cittadino statunitense. Nella sua lettera pubblica “Perché non torno in Germania” del 1945, l’autore esprime la sua opinione sulla colpa collettiva dei tedeschi, che provoca una diffusa resistenza critica. Con i suoi discorsi su Goethe, durante la sua prima visita in Germania, dopo la fine della guerra nel 1949, Thomas Mann suscita ancora una volta aspre critiche. Nel 1952 Mann si trasferisce a Erlenbach vicino a Zurigo e nel 1954 si stabilisce a Kilchberg. Thomas Mann muore a Zurigo il 12 agosto 1955.

Ad eccezione del dramma “Fiorenza” (1906) e dell’idillio “Gesang vom Kindchen”, Thomas Mann scrive solo prosa. Integra la sua attenzione al genere letterario su romanzi e storie con saggi e opere giornalistiche con temi ricorrenti della borghesia: la vita, lo spirito o la decadenza. Prima del suo primo grande successo con i “Buddenbrooks”, nel 1898 aveva creato la raccolta di racconti “Der kleine Herr Friedmann”. Il romanzo del Premio Nobel racconta poi una storia epica sulla decadenza dei Buddenbrook, che lo scrittore associa alla filosofia di Schopenhauer. L’ambivalenza tra arte e borghesia è evidente nei racconti “Tonio Krüger” e “Tristan” (1903) e nella novella “Der Tod in Venedig (1912). Nel suo pezzo più ampio, “Joseph Tetralogy 1933-1943”, lo scrittore esemplifica la tradizione mitica dello spirito. Il suo romanzo “Lotte in Weimar” (1939) rappresenta un punto culminante nella preoccupazione di Mann per Goethe, in cui contrasta il suo atteggiamento illuminato con le condizioni contemporanee. Il 23 maggio 1943 Thomas Mann inizia a scrivere il suo romanzo “Doktor Faustus”, poi pubblicato nel 1947, in cui riassume tutte le fasi dello sviluppo della vecchia saga di Faust e collegandole allo sviluppo del fascismo tedesco e alla sua caduta. Il lasso di tempo copre gli anni dal 1884 al 1945. Nel suo ultimo romanzo, “Le confessioni di Felix Krull the Conman” (1954), Mann parodia il Bildungsroman e la questione dell’essere artista e del narcisismo.

L’immagine in cover è stata modificata, l’originale utilizzata si trova qui: biografieonline.it 

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