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Samsung ed altri iniziano ad investire nel Neuromarketing

Dopo un’ondata di pubblicità entusiastica e forte scetticismo…
 

Dopo un’ondata di pubblicità entusiastica e forte scetticismo, il neuromarketing ha finalmente ottenuto un po’ di rispetto ed attenzione anche da parte dei grandi player internazionali.

Samsung, insieme a Neuro-Insight, il mese scorso ha spiegato di fronte a un pubblico di ricercatori di marketing i vari metodi che hanno applicato per analizzare le differenti attività cerebrali degli appassionati di iPhone e Samsung. L’obiettivo è sviluppare delle pubblicità che risultino interessanti per i fan di Cupertino. Lo studio ha rilevato che gli affezionati alla mela morsa non gradivano molto essere presi in giro con tono ironico, ma che, al contrario, rispondevano positivamente a pubblicità comparative dove venivano segnalati i problemi relativi all’iPhone e le soluzioni agli stessi proposte da Samsung.

Nella stessa occasione, la conferenza dell’ARF, Advertising Research Foundation intitolata “Re!Think“, è emerso che uno studio basato su 110 pubblicità televisive, ha rilevato come la ricerca biometrica sia più accurata nelle previsioni di vendita rispetto ai classici test basati sui sondaggi. David Poltrack, di CBS, ha annunciato un accordo con Nielsen per portare ad una piena capacità neuroscentifica da parte dei team di ricerca di CBS Television di Las Vegas. Il suo obiettivo è di correlare il più possibile la neuro ricerca con il mondo delle vendite.

La scelta di Samsung e di altre società internazionalmente affermate come Nielsen sta aiutando a superare le resistenze e lo scetticismo sull’efficacia del neuromarketing e sulla migliore tecnologia da utilizzare

Cinque anni fanno la differenza

Fin dal 1990, il neuromarketing ha intrigato i marketer, consci che l’opinione espressa dalle persone spesso non rispecchia quello che pensa o sente. I ricercatori hanno cercato per anni di misurare le onde cerebrali, eseguendo risonanze magnetiche sul cervello e studiando tutto, dai tassi di sudore ai battiti del cuore fino ai movimenti degli occhi e le espressioni facciali fugaci delle persone analizzate mentre guardavano annunci pubblicitari ed ascoltavano claims.

Tuttavia queste ricerche si sono scontrate con un’istituzione scettica. Dal 2011, quando l’Advertising Research Foundation ha avviato il suo primo studio ufficiale sul neuromarketing, ha trovato una dilagante inconsistenza nel modo di affrontare l’argomento tra i vendor. Molti dei più importanti player, infatti, rifiutarono di partecipare.

Durante Re!think, però, la neuroscienza ha rappresentato uno dei pilastri di un ampio studio dell’ARF intitolato “How Advertising Works Today”. Il gruppo ha citato gli studi di eye-tracking, per descrivere le migliori pratiche creative per la TV e il video on-line. Le neuroscienze, grazie a questa analisi, hanno assunto un considerevole rilievo e, di conseguenza, sono state per la prima volta accreditate anche da gradi brand, marketer e media executive che si sono dichiarati interessati ad applicarle sia a progetti teorici sia a task più immediate.

brain mapping

I primi segnali concreti

Neuro-Insight, partner di Samsung, oltre alla ricerca accanto al colosso tecnologico coreano, ha preso accordi anche con Facebook per mappare le reazioni del cervello a campagne che combinano la tv e il social network, riportando come queste riescano a codificare meglio i ricordi rispetto a quelle che usano un media soltanto. Mars, gruppo che detiene brand come M&M’s e Iams, con il supporto di MediaScience ha condotto studi di neuro marketing basati sulle risposte facciali e oculari riscontrate su un campione di persone durante la visione di circa 110 spot tv. Laurent Larguinat, director-consumer market insights di Mars, ha dichiarato che la ricerca biometrica ha predetto il 78% dei reali risultati di vendita degli spot televisivi rispetto al 58% emerso da classiche ricerche survey-based.

Anche Nielsen, conferma che i tempi sono maturi ad accogliere il neuro marketing. La compagnia dopo aver acquistato NeuroFocus, azienda di tracking di EEG nel 2008, ha assorbito anche Innerscope, affidandogli numerose ricerche di neuromarketing, con l’utilizzo di eye tracking, codifica del viso e altre tecnologie biometriche. Abbracciando molte sfaccettature del neuromarketing.

L’ingresso di partner come Samsung e la conferma da parte di società internazionalmente affermate come Nielsen, sta quindi aiutando a superare le resistenze e lo scetticismo sull’efficacia del neuromarketing e sulla migliore tecnologia da utilizzare. Una svolta che, dopo anni di dibattiti che hanno danneggiato l’industria, può permettere alle realtà che si occupano di Neuro ricerca di affermarsi ed ottenere strumenti più sofisticati, più precisi e convenienti. L’obiettivo può essere un aumento delle dimensioni del campione da analizzare, così da fornire risultati ancora più convincenti.

Andrea Paci

Fonte 360com

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